lunedì 26 maggio 2025

"Grazie, ma c'è un po’ di sovraccarico emotivo" – Il Cremlino risponde alle accuse di Trump con sarcasmo e diplomazia



In un clima internazionale già segnato da tensioni e polemiche, la risposta del Cremlino alle recenti dichiarazioni di Donald Trump ha sorpreso molti osservatori. L'ex presidente degli Stati Uniti aveva definito Vladimir Putin "impazzito" in un'intervista rilasciata nei giorni scorsi. Ma da Mosca, niente fuochi d'artificio: solo un'osservazione fredda e sarcastica.

"In questo momento cruciale c'è un po' di sovraccarico emotivo,"
ha dichiarato il portavoce Dmitri Peskov,
"ma ringraziamo il presidente Trump per l'aiuto nel lancio dei negoziati con l'Ucraina."

Una risposta calibrata, che evita lo scontro diretto ma non rinuncia a un certo tono ironico. Il riferimento ai negoziati, ancora tutti da costruire, appare più come una frecciatina che come un ringraziamento sincero.

Mosca-Ankara: colloqui ad alto livello
Parallelamente, il Cremlino ha confermato un incontro di rilievo: il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan è arrivato oggi a Mosca e sarà ricevuto dal presidente Putin. Secondo Peskov, i colloqui verteranno sulle relazioni bilaterali tra Russia e Turchia, ma anche – inevitabilmente – sulla guerra in Ucraina.

La visita segnala il ruolo sempre più centrale di Ankara come attore di equilibrio fra Est e Ovest, oltre che come possibile mediatore nei futuri sviluppi del conflitto.

Un'altra scintilla diplomatica si è accesa con il Regno Unito, dove alcune fonti governative hanno ipotizzato un coinvolgimento russo nell'incendio che ha colpito l'abitazione del primo ministro Keir Starmer. Anche in questo caso, la risposta del Cremlino è stata secca e sarcastica:

"Londra sembra pensare che la Russia sia responsabile di qualunque cosa succeda in Gran Bretagna.
Di norma, queste accuse sono false, non sostanziate e sovente ridicole."


Nel frattempo, continua a far discutere il rifiuto russo di considerare la Santa Sede come mediatore nel conflitto ucraino. Secondo il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, la motivazione sarebbe culturale e religiosa: "La Russia è un Paese ortodosso".

Una posizione che ritengo poco convincente. Non solo perché il Vaticano ha storicamente mantenuto una posizione di neutralità e riservatezza, ma anche perché ha più volte difeso pubblicamente la libertà di culto, inclusa quella della Chiesa ortodossa ucraina.

Ma in  termini di sicurezza ha ampiamente dimostrato le proprie capacità .durante un Conclave, la Santa Sede è letteralmente inespugnabile,e a mio parere é uno dei pochi luoghi al mondo in cui la riservatezza è garantita. Forse non è la religione il vero ostacolo, ma le condizioni diplomatiche richieste. La Russia dovrebbe considerare di fidarsi."


Tra sarcasmi, smentite e aperture parziali, la diplomazia russa continua a muoversi su un equilibrio precario tra forza e finta moderazione. Se da un lato il Cremlino mostra i muscoli, dall'altro non rinuncia a toni più morbidi quando servono — o quando può sfruttarli per minare l'avversario. E mentre Trump accusa e Londra sospetta, Mosca risponde con una freddezza che dice molto più di mille parole.

Marco Baratto

Nessun commento:

Posta un commento

APPEAL TO THE HOLY FATHER For a solemn message to the world, in defense of peace

APPEAL TO THE HOLY FATHER For a solemn message to the world, in defense of peace Your Holiness, In this dark hour of human history — when th...