mercoledì 7 maggio 2025

Il Papa, Pastore del Mondo: L’Ultimo Sovrano eletto in silenzio


Nel cuore di una civiltà globale attraversata da guerre, crisi umanitarie e fratture profonde, si compie uno dei riti più antichi e carichi di significato: l'elezione del Papa. Un atto che sembra andare in controtendenza rispetto alla velocità e al rumore del nostro tempo, ma che proprio per questo assume una forza simbolica e morale straordinaria. Mentre i cannoni tuonano dal Medio Oriente al subcontinente indiano, passando per un'Europa sempre più polarizzata, 133 uomini si isolano dal mondo, portando con sé età, lingue, culture e vissuti differenti. Si chiudono nella Sistina non per fuggire, ma per ascoltare. Non per separarsi, ma per discernere.

Il Papa non è più, da tempo, solo la guida dei cattolici. Dal 1978 in poi, la sua voce ha assunto una statura globale: un'autorità morale che si rivolge all'intera umanità. È il volto visibile di una Chiesa chiamata a farsi samaritana, vicina alle ferite del mondo, capace di offrire parole di misericordia, gesti di pace, orizzonti di speranza. Ed è proprio questo il profilo che i cardinali hanno cercato di delineare nella Congregazione generale che precede il Conclave: un Papa-pastore, maestro di umanità, capace di guidare con umiltà una Chiesa sinodale, attenta agli ultimi e fedele alla sua missione evangelica.

Durante i lavori, si è discusso del potere del Papa, del senso dell'essere cardinali oggi, della necessità di rafforzare il legame con i poveri, anche attraverso segni concreti come la Giornata mondiale a loro dedicata. Si è riflettuto sull'urgenza di rendere più incisive le riunioni del Collegio cardinalizio, di vivere l'iniziazione cristiana come atto missionario, di offrire formazione profonda e radicata nella testimonianza. Ha toccato corde profonde il ricordo dei martiri della fede, coloro che, in terre dove la libertà religiosa è un sogno lontano, pagano con la vita la loro fedeltà al Vangelo.

In un anno segnato dal 1700º anniversario del Concilio di Nicea, si è parlato anche di ecumenismo e del desiderio, ancora vivo, di una data comune per celebrare la Pasqua. Un gesto che, se compiuto, avrebbe un enorme valore simbolico: un segno di unità in un mondo diviso.

Non è mancata, infine, la voce della Chiesa sulla scena globale. I cardinali hanno approvato una Dichiarazione – nata dalla proposta di uno di loro – che chiede un cessate il fuoco permanente e invita le parti in conflitto a sedersi al tavolo del dialogo. È il grido della Chiesa per la pace, nel tempo in cui, come ha detto Papa Francesco, viviamo una "terza guerra mondiale a pezzi".

L'elezione del Papa resta, così, un gesto profondamente controcorrente: mentre tutto urla, la Chiesa sceglie il silenzio. Mentre il mondo corre, i cardinali si fermano. Mentre tanti parlano, loro pregano. Da questo isolamento nasce una voce che, ogni domenica, si affaccerà su Piazza San Pietro per parlare non solo a Roma, ma all'intero pianeta. È la voce dell'ultimo sovrano assoluto del mondo, eletto però non con la forza, ma con il discernimento. Un sovrano senza esercito, che regna dal trono più fragile e potente: quello della coscienza.

Marco Baratto

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