martedì 17 giugno 2025

IL SILENZIO È FINITO: È ORA CHE IL PAPA PARLI AL MONDO


Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si riunirà con il suo team per la sicurezza nazionale nella Situation Room della Casa Bianca per prendere decisioni cruciali sulla politica americana riguardo al conflitto esploso tra Israele e Iran, secondo quanto riferito da tre funzionari statunitensi ad Axios. Fonti attendibili hanno rivelato che Trump sta valutando seriamente la possibilità di entrare direttamente in guerra e lanciare un attacco contro gli impianti nucleari dell'Iran, in particolare quello sotterraneo di Fordow, dove si arricchisce uranio, segno evidente di una possibile escalation su scala globale. 

Gli Stati Uniti stanno considerando l'ipotesi di unirsi alla campagna militare israeliana, un'informazione confermata anche dal cancelliere tedesco Friedrich Merz, che ha sottolineato il rischio imminente di un allargamento del conflitto e il coinvolgimento delle principali potenze mondiali. 

È in questo contesto drammatico e sull'orlo dell'abisso che ci rivolgiamo al Santo Padre, a Leone XVI, affinché vada oltre le parole pronunciate all'Angelus o durante le omelie, oltre i gesti simbolici, oltre i silenzi carichi di dolore. Santo Padre, invochiamo un intervento che non sia rituale ma straordinario, che rompa gli schemi della diplomazia ecclesiastica e si imponga nei cuori e nelle menti di chi può ancora fermare la catastrofe. 

Le chiediamo di parlare al mondo intero con forza e chiarezza, usando ogni mezzo di comunicazione possibile, la televisione, la radio, i social media, le piattaforme digitali, in tutte le lingue, su ogni continente, perché il mondo ha bisogno di sentire una voce di pace che si opponga con decisione al delirio di chi si crede investito da un mandato divino per seminare morte e distruzione. 

Non abbiamo bisogno di discorsi in codice né di diplomazie che barcollano, ma di mille parole di fuoco, parole chiare, umane, universali, che richiamino alla responsabilità i governanti, che ridestino le coscienze, che smascherino le retoriche belliche, che scuotano anche i fedeli più tiepidi. Un messaggio che faccia memoria dei suoi predecessori, di Pio XII che visse nell'ombra delle bombe, di Benedetto XV che fu voce inascoltata nel rumore delle baionette. Santo Padre, oggi tocca a Lei: la storia la guarda, la ascolta, la misura. Uomini e donne attendono un segnale che non venga dai vertici militari ma dall'alto della coscienza umana, un monito che dica basta, che fermi l'illusione tragica della guerra giusta, che ricordi all'umanità che nessuna fede, nessun Dio, nessun testo sacro può essere brandito come giustificazione per distruggere la vita. 

Santo Padre, le chiediamo di uscire dal silenzio dei palazzi e di entrare nelle case, nei telefoni, nei cuori, con un messaggio semplice, potente, in diretta mondiale, tradotto in ogni lingua, in ogni paese, senza compromessi, senza ambiguità. Che dica chiaramente: fermatevi. 

Che richiami con forza quella visione profetica della "pace disarmante e disarmata" che solo chi è veramente grande può avere il coraggio di pronunciare. Il mondo non può aspettare un'altra domenica, non può aspettare un'altra liturgia. Serve una voce oggi, subito, e quella voce può essere solo la sua.

Marco Baratto


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