sabato 22 febbraio 2025

Le sterili polemiche della giornata del Ricordo

 Che la mia cara Italia sia una Nazione strana, ho sempre avuto il sospetto. Forse perchè educato in una famiglia che dove si respirava la mittel europa , forse perchè essendo un italiano di seconda generazione (la cittadinanza italiana venne concessa in virtù del Trattato di Saint Germain a mio nonno quando egli aveva 15 anni e fu apolide per dal 1918 al 1920)  Ma ogni volta che vi è questo "giorno del ricordo " la parte peggiore del nostro nazionalismo viene fuori. La destra tira in ballo Tito (sulla cui figura invece bisognerebbe essere maggiormente  attenti ed approfondire la figura storica ed il suo ruolo anche nella stabilizzazione dei rapporti Est Ovest ) che viene bollato come "infoibatore" . La sinistra invece , come abitudine, rispolvera il fascismo .   Nel nostro "mondo piccolo" anche recentemente per un evento svoltosi in un Comune si è dato , da entrambe le parti il peggio di se. 

Nel 1993 fui il primo nel lodigiano ad organizzare assieme ad una giunta PCI/PDS un'evento dedicato alle foibe. Erano presenti gli esuli, era presente il Sindaco , noto esponente locale del PCI/PDS ed il relatore era un Signore anziano che nel 1945 aveva combattuto lungo il fronte orientale.  Fu una serata memorabile , compreso l'intervento del Sindaco di allora . Essendo giovane speravo che fosse il segnale dell'inizio della pacificazione nazionale.

Mi sono reso conto che è stata una speranza vana.

 L'Istituzione del "Giorno del Ricordo" ha per certi versi peggiorato la situazione . Si è persa la dimensione storica per quella politica. Insomma , di fatto in Italia , e anche nel nostro piccolo angolo di mondo, non si può affrontare seriamente la storia. 

La mia conclusione è che entrambe le parti, sia la destra sia la sinistra, non vogliano seriamente la pacificazione nazionale, ma per puro interesse di parte , o meglio di voti, debbono continuare ad alimentare le loro narrazioni. 

Mi inchino al gesto compiuto lo scorso   Sabato 5 ottobre scorso, davanti alla sede del Liceo Classico "Dante Alighieri" di Gorizia,  dove è stato inaugurato un pannello commemorativo dedicato a Norma Cossetto (1920-1943) e Milojka Štrukelj (1925-1944), due giovani studentesse dell'istituto che, pur appartenendo a contesti ideologici differenti, furono entrambe vittime della violenza della Seconda guerra mondiale.

Queste due donne, una italiana ed una slovena, hanno studiato nello stesso liceo, hanno pensato di frequentare amici di etnia italiana e slovena senza per questo giungere ad odiarsi.

La storia, non è una scienza esatta, non è prodotto di laboratorio, è continua analisi anche di tesi che possono essere politicamente non utili.

Prima di parlare di "infoibatori" , o dei crimini italiani in Jugoslavia (rimasti sempre impuniti) cerchiamo di capire che il mondo del confine orientale, come del Trentino ( qui lo uso comprensivo del Sudtirolo) non è questione per persone che non hanno nel proprio DNA quel mondo. Ne tanto meno va lasciata in mano ai politici .

Il male arrivò in quelle zone con l'affermazione del nazionalismo . Ovvero con la becera idea di una presunta distinzione e superiorità di una etnia sull'altra. Da quel momento iniziarono i problemi. 

La Prima Guerra mondiale, fu la fine dell'idea Imperiale ed il trionfo dei nazionalismi, o meglio fu la vera guerra nazionalista . Essere Patriottici non è incompatibile con una visione imperiale. Dove imperiale, è bene specificare che si intende l'insieme di valori unificanti al di sopra delle singole identità .

 La Grande Guerra provocò le lacerazioni di un sistema sociale e politico i cui esiti paghiamo ancora oggi (la seconda guerra mondiale, la crisi in medio oriente , in Ucraina, la guerra civile in Jugoslavia ecc ecc) .  


Questo conflitto, fu particolarmente serio nell'Impero d'Austria e nel Regno d'Ungheria. Dalle ceneri nacquero Nazioni che non erano mai esistite (Cecoslovacchia, Jugoslavia ecc ecc) . Si instillò il germe malefico del nazionalismo .Un nazionalismo che produsse la mala pianta del fascismo e per certi versi del nazismo . 


Si tende a dimenticare l'oppressione a cui furono soggetti , i trentini di etnia italiana, da parte delle autorità italiane (non ancora fasciste) . Si tende a dimenticare la condizione di come furono trattati gli esuli trentini in Italia.


E' bene ricordare che in base al censimento imperiale del 1911 , gli italiani era maggioranza in Trentino mentre erano minoranza in Istria nella Carniola (ad eccetto della città di Trieste e nel Corpo Separato di Fiume) e nella zona di Gorizia. E in tutto l'impero erano il 2% della popolazione contro oltre il 10% di slavi (sloveni e serbi, serbo croati di Bosnia e Croazia) . Nonostante fossero minoranza in Istria la vita era di condivisione. Ne è testimonianza la chiesa ortodossa di Trieste. 

Il germe del nazionalismo ruppe l'idea imperiale, e con essa nacquero gli odi. Odi degli slavi contro gli italiani (come nei fatti di Spalato nel 1920) odi degli italiani contro gli slavi (come nella distruzione della casa della cultura di Trieste) . Su questo fatto, volutamente non parlo di fascismo , perché il fascsimo fu lo strumento attraverso il quale si manifestò questo odio come, anni dopo fu il nazionalismo a pianificare la "pulizia etnica " italiana in Jugoslavia . Come , allo stesso tempo, non fu il "comunismo" a volere la pulizia etnica degli italiani bensì il nazionalismo slavo , mascherato dal comunismo . 

Perchè tutto questo discorso, perchè trovo stucchevoli le prese di posizioni della destra e della sinistra che narrano solo una parte della storia, con il solo scopo autoreferenziale di legittimarsi come depositari della "verità". 

La destra che accusa ancora oggi i "partigiani di Tito " di essere infoibatori, e da del "comunista " a Tito  senza ricordare che  fu a mio giudizio un grande statista che cercò proprio con il Trattato di Osimo di chiudere la vicenda e normalizzare le relazioni diplomatiche con l'occidente . E Tito fu tutto fuorché comunista . La sinistra usa il fascismo, senza ricordare che le stragi italiane avvennero già prima del fascismo ai danni degli slavi


Negli ultimi anni, la memoria del confine orientale è stata spesso terreno di scontro politico, con opposte fazioni che hanno enfatizzato le sofferenze di una parte senza considerare quelle dell'altra.


 Il "Giorno del Ricordo", istituito nel 2004 per commemorare le vittime delle foibe e l'esodo giuliano-dalmata, è stato talvolta strumentalizzato, diventando occasione di divisioni piuttosto che di riflessione comune. Tuttavia, se si vuole davvero costruire una memoria condivisa, è necessario ricordare non solo le vittime italiane della violenza jugoslava, ma anche quelle slave che subirono la repressione italiana. In sostanza, come dice il Vangelo "chi è senza peccato scagli la prima pietra". 


Ma, visto appunto che nessuno è senza peccato, né la sinistra né la destra ( o meglio quelle che si definiscono destra e sinistra) dovrebbero imparare se non a stare zitte se non altro a smettere di accusare , con gli stessi toni .  Dovrebbero invece lavorare assieme . Nelle città dove sono state intitolate piazze o strade a Norma Cossetto, aggiungere anche Milojka Štrukelj . 


Non mi risulta che AFD o la SPD facciano polemiche  sugli eventi che riguardano le   espulsioni dei tedeschi  dopo la seconda guerra mondiale  che ricordo,  coinvolsero tra i 12 e i 16 milioni di persone e le stesse terminarono nei primi anni cinquanta. N in Germania esiste una giornata del Ricordo di questi fatti ben più drammatici dell'esodo di 350.000 persone. Eppure la Germania ha digerito il passato e le forze politiche si occupano di questioni più concrete.


La destra , ogni volta accusa  La sinistra italiana, del comportamento assunto dal PCI nel confronto degli esuli giuliano dalmati. Un atteggiamento scandalaso che ebbe il suo apice alla Stazione di Bologna. Concordo, un un comportamento scandaloso ed incivile ed anti italiano . La sinistra italiana non accolse i profughi anzi li osteggiò in tutto. Fatti che da parte della sinistra dovrebbero essere ammessi e riconosciuti.


Ma la stessa destra è disposta a rinunciare al mito "della grande guerra" ed a riconoscere l'esodo dei trentini in Italia durante la grande guerra . Infatti, 


A differenza del modello austriaco, in Italia la gestione dell'assistenza ai profughi fu carente, almeno fino alla fine del 1917, e aggravata da stereotipi e pregiudizi di carattere politico-nazionale. A tal proposito, Adone Tomaselli (zio acquisito di mio nonno), figura di spicco nell'assistenza ai profughi, scrisse alla Commissione dell'emigrazione trentina nel giugno 1916:



"Da molte colonie (Vergato, Oleggio, Mondolfo, Romino, Chiaravalle ecc.) mi giungono lettere desolate dei poveri nostri fratelli. […] Quello che più offende gli sventurati è l'ambiente di freddezza e magari di aperta ostilità che vi trovano: si sentono dare delle spie o dei parassiti a tutto spiano.

Sono essi profughi di serie B e a ben guardare i nazionalisti italiani di quel periodo non si comportano allo stesso modo dei "comunisti" con i giuliano dalmati?  In realtà nell'un caso e nell'altro dietro la parola "fascista" o "comunista" si celava la vera parola "nazionalismo" la causa ultima di tutte le guerre da quelle presunte di "religione" a quelle presunte "ideologiche" .

Da Patriota ma non da nazionalista, mi rendo drammaticamente conto che la mia amata Nazione  rimmarrà sempre la "serva Italia di dolore ostello donna di provincia" e come i "capponi di Renzo" ci scanneremo senza trovare la concordia nazionale. E come gli stessi finiremo tutti per fare la stessa fine 

Marco Baratto



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