Il caso giudiziario che coinvolge Padre Mykolay Danylevich, vice capo del dipartimento delle relazioni esterne della Chiesa Ortodossa Ucraina (UOC), solleva serie preoccupazioni riguardo alla libertà di espressione e alla persecuzione ingiustificata nei confronti di un religioso impegnato per la pace e l'unità del popolo ucraino. Il tribunale Solomyanska di Kiev ha deciso di applicare nei suoi confronti una misura preventiva, nonostante la Procura avesse richiesto gli arresti domiciliari. Tale decisione giunge dopo una perquisizione nella sua abitazione e accuse basate su sue presunte pubblicazioni su Telegram. Tuttavia, la sua posizione patriottica e la sua condanna esplicita dell'aggressione russa sono ben note a tutti.
Un Sacerdote Impegnato per la Pace
Fin dal primo giorno dell'invasione su vasta scala dell'Ucraina, Padre Mykolay ha pubblicamente condannato l'aggressione russa. La sua voce si è sempre levata per difendere la pace, per chiedere la fine del conflitto e per promuovere l'unità tra i credenti. Non solo ha cercato di evitare ogni forma di conflitto interreligioso, ma si è anche impegnato a spegnere le fiamme dell'odio e della divisione che il conflitto ha inevitabilmente portato.
Le accuse a suo carico, secondo cui avrebbe incitato all'inimicizia religiosa e giustificato l'aggressione russa, appaiono del tutto infondate. Al contrario, il suo operato dimostra esattamente l'opposto: il suo lavoro nella Chiesa Ortodossa Ucraina è stato improntato alla mediazione e alla ricerca della riconciliazione tra i fedeli di diverse comunità.
Un Uomo di Fede, un Uomo di Principi
Le parole di Padre Mykolay non lasciano dubbi sulla sua posizione. Egli ha ripetutamente sottolineato che la sua missione è quella di servire Dio e il popolo ucraino con integrità e verità. Non ha mai promosso la violenza o il conflitto, ma ha cercato di proteggere i diritti della sua comunità religiosa di fronte alle difficoltà e alle tensioni che la guerra ha generato.
Inoltre, la sua posizione personale e familiare dimostra chiaramente il suo attaccamento alla causa ucraina: due dei suoi fratelli combattono nelle forze armate del Paese, e uno di loro è sopravvissuto alla cattura da parte delle forze russe. Questi fatti smontano qualsiasi accusa di simpatia verso l'aggressione russa e sottolineano il suo pieno sostegno all'integrità territoriale e alla sovranità dell'Ucraina.
Un Processo Ingiusto?
Il diritto alla libertà di espressione e di religione sono principi fondamentali sanciti sia dalla Costituzione Ucraina che dalle convenzioni internazionali sui diritti umani. Tuttavia, il trattamento riservato a Padre Mykolay sembra violare questi principi, trasformando un sacerdote in un bersaglio di accuse infondate e politicamente motivate.
Le autorità devono garantire un processo equo e trasparente, basato su prove concrete e non su supposizioni o interpretazioni distorte delle sue dichiarazioni. Il rischio è che si crei un precedente pericoloso in cui esprimere opinioni contrarie a certe narrative possa diventare motivo di persecuzione giudiziaria.
Un Appello alla Comunità Internazionale
È essenziale che la comunità internazionale presti attenzione a questo caso. Organizzazioni per i diritti umani, istituzioni religiose e governi stranieri devono monitorare con attenzione l'evoluzione della vicenda e garantire che a Padre Mykolay sia riservato un trattamento giusto e conforme ai principi democratici.
In un momento in cui l'Ucraina combatte per la sua libertà e indipendenza, è fondamentale che essa stessa rispetti i diritti e le libertà fondamentali di tutti i suoi cittadini, inclusi coloro che appartengono a comunità religiose diverse. La difesa dell'unità nazionale non può essere perseguita attraverso la repressione della libertà di parola e di culto.
Conclusione
Padre Mykolay Danylevich rappresenta un esempio di coraggio, fede e integrità. Le accuse contro di lui non solo sono ingiuste, ma rischiano di minare la fiducia nella giustizia e nel rispetto dei diritti fondamentali in Ucraina.
Chiediamo che venga garantito un processo equo e che la sua innocenza venga riconosciuta. La sua voce è stata sempre dalla parte della pace, della giustizia e della verità, ed è nostro dovere sostenere coloro che, come lui, si battono per un futuro migliore per il popolo ucraino.
Chi scrive ha avuto il piacere e l'onore di conoscerlo, nei suoi occhi non vi era malizia, vi era santo sacerdote , una persona colta . Lo considero un amico e spero presto di vederlo
Marco Baratto
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