Non intervengo mai su argomenti di politica nazionale, ma questa volta faccio una eccezione. Il Senatore Silvio Berlusconi è al centro di un dibattitato sul quale non voglio esprimere giudizio in merito al contenuto ma alla forma.
Ho cercato non di sentire il contenuto di vari audio o delle dichiarazione diffuse ma come vengono detti. Sono la voce di un milanese che era bambino durante la guerra. Le sue riflessioni non sono a favore dell'aggressore della guerra in corso ma sono un "grido di dolore " contro la guerra.
Il Senatore Berlusconi conosce la guerra, come molti milanesi della sua età consoce la distruzione della città nei grandi bombardamenti dell'agosto del 1943 .
Provenendo da una famiglia modesta conosce bene le privazioni della guerra, come molti è stato costretto a sfollare. E per un milanese andare in campagna significava andare in un modo diametralmente opposto a quello in cui si era nati.
Città e Campagna erano due mondi diversi. Silvio Berlusconi, probabilmente era abituato al cinema di quartiere, agli ospedali, ai servizi che allora solo la città offriva. Dovette imparare , come a detto a "mugere le mucche" come tanti suoi coetani cittadini. I quali visti erano non proprio bene da chi abitava in campanga.
Si , Silvio Berlusconi ha paura della guerra e lo trovo un fatto nobile , come molti ha vissuto l'infanzia con un padre lontano, non per ragioni affettive ma perchè come molti avevano i padri espatriati o al fronte. Questo emerge dalla voce di questo uomo, la paura della guerra.
Silvio Berlusconi non è filoputiano è semplicemente terrorizzato (come lo sono io) dalla guerra. In occasione dell'anniversario (speriamo il primo ed ultimo) sarebbe un gesto esemplare se , a titolo personale e senza rilascio dichiarazioni si recasse a rendere omaggio ai Martiri di Gorla, per far capire senza parlare ma con i gesti il suo impegno per la Pace.
Marco Baratti
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