venerdì 7 novembre 2025

Verso la sovranità monetaria: la Banca Centrale del Congo (BCC) e la Presidenza della Repubblica Democratica del Congo lavorano per rafforzare il franco congolese

 Giovedì 6 novembre 2025, il governatore della BCC, André Wameso, ha informato i membri dell'Assemblea nazionale sul recente apprezzamento del franco congolese (CDF): un movimento che, a suo dire, rientra nell'attuazione di una politica globale di sovranità monetaria, condotta in collaborazione con la presidenza della Repubblica.

L'articolo 1 della Costituzione della RDC stabilisce che "la moneta nazionale è il franco congolese". Questa disposizione sancisce giuridicamente la moneta nazionale come strumento di sovranità. Allo stesso tempo, la normativa valutaria specifica che le transazioni devono, in linea di principio, essere regolate in valuta nazionale, sebbene possano, con l'accordo delle parti, essere regolate in valuta estera.
In questo contesto, l'apprezzamento del franco congolese, tanto auspicato dalla popolazione dal 2023, non appare come un caso fortuito, ma come il risultato di una scelta strategica.

Il Governatore ha indicato che l'apprezzamento del franco è dovuto principalmente all'aggiornamento del tasso di cambio applicato alla riserva obbligatoria, detenuta in valuta nazionale. Questa manovra ha permesso di "rimuovere i franchi in eccesso" che stavano causando pressioni sul mercato dei cambi. In altre parole, imponendo alle banche di detenere una maggiore quantità di franchi congolesi non convertibili a breve termine, la Banca Centrale del Congo (BCC) ha ridotto la liquidità della CDF, aumentandone così la domanda relativa e sostenendone il valore.

Il Governatore ha inoltre affermato che per quasi tre settimane il franco congolese si è stabilizzato intorno ai 2.200-2.300 franchi svizzeri per dollaro statunitense e che la Banca Centrale del Congo (BCC) disponeva di tutti gli strumenti di politica monetaria necessari – tassi di interesse di riferimento, operazioni di mercato aperto e interventi sul mercato valutario – per intervenire in caso di necessità. Questa stabilità è presentata come un segno concreto che la sovranità monetaria non è solo uno slogan, ma un obiettivo operativo.

La Banca Centrale del Congo (BCC) ha invitato tutti gli stakeholder – imprese, consumatori e banche – a cambiare il proprio comportamento: dopo anni di continuo deprezzamento del franco congolese (CDF), ora è saggio risparmiare e spendere in franchi congolesi. Questo messaggio fa parte di una strategia di sovranità monetaria: promuovere un maggiore utilizzo della valuta nazionale riduce la dipendenza dalle valute estere, rafforza l'ancoraggio nazionale della politica monetaria e, in definitiva, riduce la vulnerabilità dell'economia congolese agli shock esterni.

Il coordinamento tra la Banca Centrale del Congo (BCC) e la Presidenza della Repubblica, come dimostrato da questo tipo di intervento pubblico, riflette un chiaro impegno politico a favore della sovranità monetaria. Le critiche a questo approccio sono semplicemente irrilevanti: la sovranità monetaria – la capacità di un Paese di controllare la propria valuta, stabilire i propri tassi di interesse e orientare la propria politica monetaria – è proprio la via per liberarsi da ogni determinismo esterno. Rafforzando la propria moneta nazionale, la RDC afferma la propria autonomia e prepara la propria economia a dinamiche sempre più africane e interconnesse.

L'ambizione non si ferma ai confini congolesi: l'infrastruttura panafricana di regolamento in tempo reale, PAPSS, lanciata pubblicamente il 13 gennaio 2022 dall'Unione Africana (UA) e dalla Banca Africana per l'Esportazione e l'Importazione (Afreximbank) per i pagamenti transfrontalieri in valuta locale, rappresenta un'alternativa credibile al sistema tradizionale dominato dalle valute forti. 
Per la RDC, il rafforzamento della propria valuta nazionale e l'adeguamento della propria politica monetaria la collocano in un quadro di integrazione africana attiva: allineandosi a infrastrutture come PAPSS, può non solo sostenere il commercio intra-africano, ma anche affermare il proprio diritto a operare in valuta locale e ridurre la dipendenza dal dollaro.

Criticare questo approccio significherebbe ignorare che la sovranità monetaria è un pilastro dell'indipendenza economica: senza il controllo della propria valuta, un Paese è soggetto a costi di indebitamento, problemi di liquidità e tassi di interesse, spesso imposti dall'esterno. Con il rilancio del franco congolese, la RDC sta cercando di liberarsi da questa dinamica.
Inoltre, il rafforzamento della CDF rientra in una strategia più ampia: l'adeguamento degli obblighi di riserva, la stabilizzazione del tasso di cambio, la promozione dell'uso della moneta nazionale e l'allineamento ai meccanismi di integrazione africana. Questo approccio non può essere disgiunto dal progetto politico volto ad affermare la sovranità economica e monetaria della RDC.

Rafforzando il franco congolese, la RDC si posiziona per capitalizzare sulla rivoluzione monetaria e dei pagamenti che sta prendendo forma in Africa: l'infrastruttura PAPSS, le aree di libero scambio come l'Area Continentale Africana di Libero Scambio (AfCFTA) e il passaggio dalle transazioni in valuta estera alle valute locali o regionali. 
In questo contesto, la RDC non sta aspettando passivamente: sta rafforzando la propria valuta, rafforzando il proprio sistema monetario e allineandosi alle dinamiche africane. Questa strategia apre la strada a un'autentica sovranità monetaria, prerequisito per il controllo del destino economico del Paese.

L'intervento del Governatore della Banca Centrale del Congo (BCC) e il sostegno implicito della Presidenza riflettono una forte volontà politica: non quella di improvvisare una moneta, ma di costruire uno strumento nazionale di stabilità, fiducia e integrazione continentale. L'apprezzamento del franco congolese non è quindi una coincidenza, ma un segnale concreto di una direzione strategica.
Per il popolo congolese, il messaggio è chiaro: risparmiare e spendere in CDF non è una mera raccomandazione tecnica, ma un atto di affermazione della sovranità. E per gli attori economici, è un invito a impegnarsi pienamente nell'economia nazionale, con un'attenzione al futuro e alla stabilità monetaria.
In breve: la sovranità monetaria non è una scommessa astratta, ma una tabella di marcia concreta. Criticare questo approccio senza coglierne la coerenza e la dimensione strategica africana significherebbe non cogliere la grande sfida odierna.

Marco Baratto



 

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