Una "profilazione razziale " del 2007 che tutti hanno voluto dimenticare 

 
Il Consiglio d'Europa ha recentemente accusato le forze dell'ordine italiane di praticare "profilazione razziale" durante i controlli, suscitando un acceso dibattito su temi come la discriminazione e il razzismo istituzionale. Tuttavia, c'è un aspetto fondamentale che sembra sfuggire a molti: la vera profilazione razziale, quella che venne attuata nel 2007 contro la comunità romena in Italia, non dalle forze dell'ordine, ma dai politici italiani, sia di destra che di sinistra.
 
 
Nel 2007, un tragico episodio di cronaca, legato alla morte di una donna italiana, e attribuito a un cittadino romeno, scatenò una vera e propria ondata di xenofobia. Da quel momento, la politica e i media si accanirono sulla comunità romena, dipingendola come una minaccia sociale e favorendo un clima di paura e sospetto. Alcuni leader politici, tanto della destra quanto della sinistra, sfruttarono l'accaduto per guadagnare consenso elettorale, associando in maniera indiscriminata l'intera popolazione romena alla criminalità. Questo è stato un esempio lampante di profilazione razziale, realizzata a livello politico e mediatico, che non solo colpì individui specifici, ma gettò discredito su un'intera comunità nazionale.
 
Le misure adottate allora, come i decreti urgenti e le leggi speciali, miravano chiaramente a colpire i romeni in Italia. Questi provvedimenti non solo violavano il principio della presunzione di innocenza, ma creavano una divisione netta tra "noi" e "loro", con la conseguente stigmatizzazione di tutti i romeni come potenziali criminali.
La stampa non fu da meno, contribuendo a diffondere il panico e la paura con titoli sensazionalistici e spesso fuorvianti.
 
Furono i politici ad orientare la narrazione e a determinare le politiche discriminatorie nei confronti dei romeni, non i singoli agenti che eseguivano gli ordini. Gli eventi del 2007, sebbene brutali e ingiusti, furono il risultato di decisioni prese a livello politico. La vera responsabilità va cercata nei politici che alimentarono la caccia al romeno, e non nelle forze dell'ordine che si limitarono a mettere in atto le misure richieste.
 
Apprezzamento , unico nel suo genere, fu Gianni Alemanno che nominò   Ramona Badescu è il consigliere del sindaco di Roma Gianni Alemanno sulle questioni che concernono gli immigrati originari della Romania.
 
Ciò che è particolarmente significativo è che nessun politico, né allora né oggi, ha mai chiesto scusa alla comunità romena per il trattamento subito. La caccia al romeno fu un episodio di profilazione razziale di enorme portata, ma è stata sistematicamente rimossa dalla memoria collettiva.
 
Nel dibattito attuale, quando si parla di profilazione razziale, si tende a puntare il dito contro le forze dell'ordine, dimenticando il ruolo della politica nel plasmare le narrative e le politiche discriminatorie.
 
Le forze dell'ordine, oggi accusate di profilazione razziale dal Consiglio d'Europa, svolgono un compito difficile, spesso in contesti molto complessi. In molte situazioni, si trovano a gestire flussi migratori senza precedenti, problemi di sicurezza e tensioni sociali.
 
 
In conclusione, è doveroso esprimere massima solidarietà alle forze dell'ordine, ed al Ministro Piantedosi, il cui lavoro quotidiano spesso avviene in condizioni difficili e sotto la lente di critiche che non esistono .
 
Marco Baratto

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