SIGNORE, FA' DI ME UNO STRUMENTO DELLA TUA PACE
Preghiera di San Francesco d'Assisi per un mondo in crisi
4 ottobre 2025 – Memoria liturgica di San Francesco d'Assisi
Il mondo grida, Signore. La Terra sanguina sotto le macerie delle guerre, le città muoiono lentamente sotto la logica dell'esclusione, gli oceani sono diventati tombe per i migranti, e i bambini, prima di imparare a sognare, già sanno fuggire dalle bombe. I popoli sono massacrati sotto pretesti di sicurezza, le religioni sono strumentalizzate per l'odio, e l'economia mondiale erige idoli a scapito della dignità umana e della vita del pianeta.
Dove l'odio si maschera da patriottismo, dove la religione serve per opprimere, dove la sicurezza giustifica la violenza, dove la politica abbandona i poveri e protegge gli interessi di pochi, mettimi come contraddizione vivente. Che la pace che porto non sia fuga, ma denuncia profetica. Che la mia speranza sia resistenza incarnata. Che la mia voce sia ferita aperta nel silenzio dei conniventi.
Con Francesco, voglio essere più piccolo. Più piccolo davanti a quelli che si fanno signori, più piccolo davanti a quelli che accumulano e dimenticano, più piccolo davanti alle istituzioni che si arrendono al comfort e al potere. Ma forte, Signore, forte nella fede che resiste, nell'amore che non calcola, nella verità che rischia tutto per fedeltà al Vangelo.
Che io rifiuti neutralità che alimentano il male. Che io contrasti l'ipocrisia pia con il Vangelo nudo. Che io non taccia di fronte all'ingiustizia. Che io non tema il costo politico della compassione. Che io denunci la falsa pace che si sostiene su cadaveri, che io rifiuti il discorso religioso che giustifica la dominazione, e che io proclami la fraternità come scelta politica e spirituale innegociabile.
Donaci una Chiesa inquieta, spogliata, non solo d'oro, ma di omissione. Una Chiesa che preferisce essere perseguitata piuttosto che complice. Una Chiesa che non teme di perdere privilegi per rimanere fedele al Crocifisso. Una Chiesa che, come Francesco, abbraccia i lebbrosi del nostro tempo: i poveri, i rifugiati, i popoli indigeni, i condannati invisibili del sistema globale.
Ma non permettere che questa pace sia conformismo. Che essa sia scelta radicale, cammino stretto, rinuncia concreta, profezia incarnata in ogni gesto. Che la mia pace disturbi. Che la mia pace costringa. Che la mia pace riveli la menzogna delle soluzioni facili.
E se la notte della storia si approfondisce, e se gli imperi gridano vittoria, permette, Signore, che almeno un resto di popolo, formato all'immagine del Crocifisso, rimanga in piedi: senza armi, senza paura, senza odio, ma portando nel corpo e nell'anima le tracce della vera pace, della giustizia che sanguina e dell'amore che non desiste.
Amen.
Don Pedro Sampaio
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