venerdì 11 aprile 2025

Islam e cittadinanza: grande successo per la serata promossa da Gianmario Invernizzi a Lodi

 
 
Una sala piena, un dibattito franco e costruttivo, e soprattutto la volontà concreta di creare un ponte tra comunità, o meglio di ricostruire una sola comunità basata sulla sicurezza e rispetto Questo il clima della serata organizzata da Gianmario Invernizzi, dedicata alla sfida – e all'opportunità – del dialogo con l'Islam in Italia, con particolare attenzione al contesto lodigiano. Un evento pubblico che ha visto la partecipazione dello studioso Marco Baratto, dell'Imam Zahair Youssef e del giornalista Stefano Rotta come moderatore. Una serata importante, che ha segnato l'avvio di un progetto culturale nuovo, fondato sul dialogo e sulla partecipazione reale.
 

La posizione di Invernizzi: «Costruire ponti, non muri»

Gianmario Invernizzi ha voluto fin da subito chiarire il senso profondo dell'iniziativa. "È giunto il momento – ha dichiarato – di smetterla con le retoriche vuote e divisive sull'Islam. A Lodi, come in tutta Italia, serve un nuovo patto culturale e umano. Serve ascolto, serve rispetto, serve dialogo. E questo non si costruisce nel mondo virtuale, ma guardandosi negli occhi, riconoscendosi cittadini, riconoscendosi persone."
 
Invernizzi ha sottolineato come la sfida non sia quella di "integrare" in senso paternalistico, ma di "camminare insieme" con le comunità musulmane già parte integrante del tessuto sociale. "Dobbiamo riconoscere che esiste una cittadinanza lodigiana di fede musulmana che ha il diritto di sentirsi rappresentata, ascoltata, coinvolta. E la politica, tutta, non può più voltarsi dall'altra parte."
 

Una sala gremita... a metà

Se da un lato la risposta della comunità musulmana è stata straordinaria per partecipazione e spirito costruttivo, dall'altro è risultata evidente – e dolorosa – la totale assenza dei rappresentanti politici locali, sia di destra che di sinistra. Un'assenza che non è passata inosservata. Infatti,  chi parla quotidianamente di Islam e immigrazione dovrebbe avere il coraggio di confrontarsi anche con le persone reali, non solo con i fantasmi mediatici o con i proclami ideologici senza costrutto
 
A prendere posto in sala sono stati invece molti cittadini musulmani lodigiani, ragazzi e giovani, rappresentanti del centro islamico di Lodi .  Nessuna ostilità, nessuna rivendicazione: solo il desiderio chiaro di esserci, di dialogare, di costruire insieme il futuro della città in cui tutti abitiamo. Come giustamente osservato da Youssef Zahir , siamo tutti sulla stessa barca. 
 

Gli interventi: studio, fede, cittadinanza

Il dibattito ha toccato temi ampi e attuali: dall'immagine dell'Islam nei media alle difficoltà di costruzione di luoghi di culto, dal ruolo delle seconde generazioni al valore della fede come strumento di coesione.
 
Marco Baratto, da anni impegnato nello studio dell'Islam in Italia, ha tracciato un quadro lucido: "L'Islam in Italia non è una novità, è una realtà. È ora che le istituzioni se ne rendano conto e stabiliscano relazioni stabili, basate sulla fiducia e non sulla paura. Bisogna uscire dalla logica dell'eccezionalità."
 
L'imam Zahair Youssef ha parlato a nome della comunità musulmana lodigiana, sottolineando la volontà di partecipare attivamente alla vita pubblica. "Siamo cittadini, viviamo qui, lavoriamo qui, cresciamo i nostri figli qui. Vogliamo contribuire al bene comune. Il dialogo è la via maestra, e siamo pronti a percorrerla."
 
Gianfranco Cofferati ha sottolineato come  un incontro che è stato veramente qualcosa di nuovo per la comunità lodigiana, è stato fatto il primo passo per superare il " noi e loro" e cominciare a parlare di noi tutti senza distinzione. 
 

Il progetto: un cammino condiviso

Invernizzi ha voluto precisare che la serata non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza. "Questa non è una conferenza isolata – ha spiegato – ma l'inizio di un progetto culturale che coinvolga la città intera. Un progetto fatto di incontri, ascolto, riflessione sui grandi temi del presente: religione, convivenza, cittadinanza, ma anche educazione, cultura, solidarietà."
 
Tutti i relatori hanno accolto con entusiasmo l'idea di proseguire il percorso. Il prossimo appuntamento si svolgerà presso il Centro Islamico di Lodi, un luogo simbolico e reale allo stesso tempo, scelto per dare continuità al confronto in un clima di rispetto e apertura reciproca.
 

Una lezione per la politica

Forse il messaggio più potente della serata è arrivato proprio dall'assenza dei politici: mentre la cittadinanza musulmana era presente, disponibile al confronto, le forze politiche che più spesso fanno dell'Islam un argomento da campagna elettorale hanno scelto il silenzio.
 
Un'assenza che Gianmario Invernizzi non ha mancato di commentare con amarezza ma anche con determinazione Infatti, se la politica si sottrae al dialogo, allora è nostro compito, come cittadini e come attori culturali, prenderci la responsabilità di costruire spazi nuovi. Non possiamo più aspettare. Lodi può e deve diventare un laboratorio di convivenza vera, basata su rispetto, conoscenza e reciprocità. 
 
Ma in realtà l'incontro è stata vera politica nel senso più alto del termine. Politica che si occupa della polis , della città e dei suoi cittadini indipendentemente  dalla religione professata
 

Conclusione: un seme di futuro

L'incontro organizzato da Invernizzi è stato più di una conferenza: è stato un segnale forte, un seme piantato nel terreno di una città che ha bisogno di rinnovare il proprio modo di guardare all'altro. Ha mostrato che il dialogo non solo è possibile, ma è desiderato. Che la convivenza non è utopia, ma realtà già in atto.
 
Ora tocca alla città raccogliere questa sfida. E, come ha ricordato lo stesso Invernizzi in chiusura: "Non ci sarà futuro senza dialogo. Ma se il dialogo è sincero, il futuro può essere migliore per tutti."
 

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