di Marco Baratto
La recente analisi pubblicata su *Opinione.it* da Costantino Pistilli porta alla luce una contraddizione sempre più evidente nella politica estera italiana: il sostegno implicito all'Algeria sul dossier del Sahara Occidentale, in contrasto con gli impegni internazionali assunti da Roma a favore di Ucraina e Israele.
Nel tentativo di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, l'Italia ha stretto rapporti sempre più stretti con l'Algeria, diventandone il principale partner energetico in Europa. Tuttavia, questo legame si rivela ambiguo. L'Algeria è infatti tra i principali acquirenti di armamenti russi e mantiene un'alleanza strategica con Mosca, alimentando il sospetto che parte dei proventi delle forniture italiane possano finire, direttamente o indirettamente, nelle casse .
A rendere il quadro ancora più contraddittorio è il ruolo del Fronte Polisario, sostenuto da Algeri nella sua rivendicazione del Sahara Occidentale. Negli ultimi mesi, il Polisario ha intensificato gli attacchi contro il Marocco utilizzando armamenti di fabbricazione iraniana, complicando ulteriormente la posizione italiana. Come può Roma sostenere Israele nella sua battaglia contro l'influenza iraniana e allo stesso tempo legittimare, anche indirettamente, attori armati che ricevono supporto da Teheran?
In questo scenario, la politica estera italiana appare frammentata, sbilanciata su interessi immediati – come la sicurezza energetica – ma priva di una visione strategica coerente con i propri alleati e valori.
Sostenere l'Algeria senza distinguere tra cooperazione energetica e implicazioni geopolitiche rischia di indebolire l'autorevolezza dell'Italia nei consessi internazionali. È urgente una riflessione chiara e una strategia più trasparente che eviti ambiguità e preservi la credibilità dell'Italia sullo scacchiere globale.
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